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SCOPRI TUTTE LE SOLUZIONI DI "MO PENSA TE" Vol. 1

In questa prima sezione si trovano gran parte delle soluzioni dei quesiti di MO PENSA TE. Non sono in ordine alfabetico ma in ordine di messa in onda degli episodi negli anni e nelle stagioni televisive. Cercherai quello che ti serve ma ti appassionerai leggendole tutte...o quasi...!

Buon Divertimento (Andrea Barbi)

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "CAVAGN" O "CAVAGNA"...? (Cesto o Cesta)

Risposta:"CAVAGN" O "CAVAGNA" ovvero cesto o cesta, deriva dal termine latino CAVUM ovvero incavato.Da qui i termini "Cava" ,"scavare" o "scafo".In dialetto emiliano "un c'lè SGAVAGNè" è tecnicamente una persona non di bell'aspetto con qualche problema fisico o estetico, ovvero una persona che non è "pari" ma è con qualche avvallamento.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "SGAGNÈR"...? (Morsicare)

Risposta:SGAGNÈR in dialetto emiliano, significa "Frantumare con le ganasce".Deriva da un termine del tardo latino "GANàSA" che parte a sua volta da un termine bizzantino "GNàTUS" cioè mascella.Quindi SGAGNèR prende il suo significati dall'uso delle ganasce.

 

Domanda: PERCHÈ QUANDO Si PERDE SENZA FARE PUNTI IN DIALETTO EMILIANO SI DICE "CIÁPÈR CAPÔT"...?

Risposta:"CIÁPÈR CAPÔT", ovvero non far fare nemmeno un punto all'avversario in uno sport o in un gioco deriva da una tecnica antica di duello che prevedeva un annientamento dell'avversario mettendogli il cappotto sulla testa (come un mantello) affinchè,questo, non potesse più vedere niente.Questo consentiva di colpirlo senza resistenza alcuna.Da qui prendere cappotto, cioè non fare nulla e far fare all'avversario tutto! La parola cappotto deriva dal tardo-latino con il termine "cappa" (cappuccio mantello).Da qui anche il termine "Caput" che vuol dire "Testa".

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "PATòCH"...?

Risposta:PATòCH italianizzato patocco, significa in dialetto emiliano "marcio" o "quasi marcio" insomma gergalmente "toccato" e viene attribuito a frutta o a persone.( dur patòch= ubriaco còt patòch= innamorato). Il termine deriva da uno slittamento semantico dal termine PATEFACIO ovvero "apro" cioè l'aprirsi di un frutto.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "SARAFèR"...?

Risposta:SARAFèR vuol dire blandire, adulare,accasrezzare, palpare, tastare...Deriva dal turco/arabo SARRàF cioè il "cambiavalute" successivamente "l'imbroglione"(perchè abile di mano) e dalle azioni dei Frati mendicanti SERAFICI che con blandizie e complimenti (carezze) ottenevano le elemosine. In dialetto emiliano le frasi "Fèt al Saraf?=Fai il lecchino? oppure Fèr al Saraf= fingere di non capire o ancora sarafadòr= adulatore che allunga le mani con le donne, ne sono la diretta conseguenza linguistica.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL MODO DI DIRE "CIACARER A VANVERA"...?

Risposta:Parlare a "vanvera" (in dialetto emiliano vànvra) significa parlare a sproposito, a caso dire cose senza un senso compiuto. Deriva dalla parola FANFERA che vuol dire "cosa inutile", che a sua volta prende il significato dal termine onomatopeico "FAN FANF" ovvero il fonema che emette il bambino quando non sa ancora parlare ma si vuole comunque esprimere. E' un termine che è entrato nel dialetto fiorentino circa a metà del '500.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL MODO DI DIRE "TOLA DOLZA"...?

Risposta:Tòla dòlza o Tòla sù Dòlza in dialetto Emiliano è un monito per dire stai calmo o vai piano oppure non impegnarti troppo.Va da sè che è proprio il dolce ovvero lo zucchero che viene tirato in ballo per spiegare di addolcire ciò che stai facendo quindi rendere tutto più armonioso, gentile e rilassato.La settimana di registrazione di questo quesito è stata realizzata in occasione della manifestazione "Cioccolato Vero a Modena" in Piazza Grande a Modena.

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "GRATOUN" (PUGNO SFERRATO)...?

Risposta:GRATOUN, che in dialetto è il pugno sferrato di striscio sulla nuca, deriva dal francese "gratèr" che muove dal franco/tedesco "krattòn" che stà per sferegamento di nocche. Da li anche la parola "grattare" ne trae la sua etimologia.In Italia nel due/trecento in poemi danteschi si ha la prima apparizione di questo termine.Un GRATOUN però può essere inteso anche come un ladro cioè uno che gratta (simbolicamente appropriandosi di oggetti con il movimento delle dita e quindi delle nocche).Nel senso invece del pugno in dialetto è uso corrente dite "a-dagh un gratoun oppure ho ciapè un gratoun".(ti do in pugno o ho preso un pugno).

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "NEZZ" O "NISS" (LIVIDO)...?

Risposta:"NEZZ" o "NISS", ovvero livido, è una confluenza di tre derivazioni.La prima è NEX ovvero MORTE (Necius) quindi "avente color cadavere perciò livido.La seconda dal termine INZIPIER cioè intaccare,rovinare con l'uso perciò "ammaccare".La terza dal Latino MITIUS ovvero "più molle" o "più maturo" perciò quasi marcio.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "SBRAIER" (URLARE)...?

Risposta:SBRAIER, uralre, deriva dal francese "brailler" che a sua volta muove dal latino volgare "bragire" che significa ragliare e/o nitrire, quindi alla partenza di natura onomatopeica.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "MARAJA" (Folla,Fuga,Confusione)...?

Risposta:MARAJA che in dialetto emiliano vuol dire "tanta gente", "gran numero di persone/ragazzi" "confusione",deriva dal francese "MARMAILLE" ovvero ragazzaglia, gruppo do ragazzi che fanno chiacchiericcio.

 

Domanda:Da dove deriva il modo di dire " Un'eter pera ed mandegh" (Un'altro paio di maniche)..?

Risposta:Un'eter pera ed mandegh (Un'altro paio di maniche) deriva dall'abbigliamento medievale e rinascimentale che nella moda femminile prevedeva le maniche intercambiabili negli abiti quindi corte in estate e un prolungamento allacciato da inserire per l'inverno.Quindi non era un altro vestito ma solo un altro paio di maniche.La manica era un regalo ai cavalieri nei tornei ovvero un dono offerto per il fidanzamento.

 

Domanda:Da dove deriva il modo di dire " Un'eter pera ed mandegh" (Un'altro paio di maniche)..?

Risposta:Un'eter pera ed mandegh (Un'altro paio di maniche) deriva dall'abbigliamento medievale e rinascimentale che nella moda femminile prevedeva le maniche intercambiabili negli abiti quindi corte in estate e un prolungamento allacciato da inserire per l'inverno.Quindi non era un altro vestito ma solo un altro paio di maniche.La manica era un regalo ai cavalieri nei tornei ovvero un dono offerto per il fidanzamento.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "BAZA" (BAZZA)...?

Risposta:In dialetto la Basa o Baza (italianizzato in BAZZA) è un'opportunità, un affare un "giro" o una fregatura. Deriva dall'antica CARTA VINTA (al gioco) che per estensione è diventata una cuccagna, un affare o una cosa vantaggiosa.Questa derivazione dalla carta vinta al gioco la troviamo nell'arabo, nello spagnolo e nel tedesco antico.

 

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "PèLA" (SOLDI)...?

Risposta:La Pèla deriva dal latino PILA che vuol dire MORTAIO, ovvero recipiente generico.Sommariamente era l'acqua santiera o un secchio di legno ma anche una pentola dove si conservavano i soldi.Quindi il nome Pèla deriva dallo stesso contenitore dove si tenevano i denari.Questo fenomeno linguistico, cioè che il soggetto prende il nome del suo contenitore in italiano si chiama METONIMIA. L'esempio più lampante sono le "tigelle".

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL MODO DI DIRE "DERES DAGLI ARI" (Darsi delle arie)...?

Risposta:Questo modo di dire significa darsi eccessiva importanza.La parola aria è figurativa e sta per "aspetto" perchè deriva dal francese antico, infatti "AIRE" voleva dire "Carattere".Quindi in francese "BON AIR" vuol dire "Buon aspetto".Perciò darsi delle arie deriva dal concetto di darsi un buon aspetto,migliore di quello che si ha in realtà.Quasi sempre però si finisce con l'essere saccente,superbo e vanitoso a tal punto di generare l'effetto contrario di quello che si vorrebbe.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL MODO DI DIRE "A OC E CROS" (A occhio e croce)...?

Risposta:A oc e cros ovvero a occhio e croce significa "su per giù" o "grossomodo".Una prima ipotesi fa derrivare questo modo di dire dal gergo dei tessitori che sui telai riprendevano a occhio i fili quando uscivano dalle sedi e li rimettevano tesi a croce.Ma l'ipotesi più accreditata fa derivare la provenienza del detto dal modo di guardare una persona per la prima volta, ovvero: un occhiata aprosimativa che subito scorre per il lungo e poi per traverso come percorrendo con lo sguardo una croce.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE DIALETTALE "MARLATT" O "MARLATTA"...?

Risposta:Al Marlatt o la Marlatta ad l'oss è il saliscendi o il nottolino che una volta serviva come serratura per le porte di cas o dei serragli. Il nome deriva da Martello che poi per le ridotte dimensioni è diventato Martelletto e quindi in dialetto emiliano MARLATT.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "FRICANDò"...?

Risposta:FRICANDò, FRACANDò, FICHENDò,è un antico piatto della tradizione lombarda di derivazione francese. Il nome, infatti, è francese, ma il piatto fu poi importato in Italia. E’ un misto di verdure e quindi quando vogliamo esprimere in gergale un gran caos lo indichiamo perché in effetti questa ciotola piena di vegetali alla rinfusa ci da l’idea della confusione.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "RUMIGHèR"...?

Risposta:RUMIGHER o RUMER, significa cercare, mescolare, rovistare, rimuginare.Deriva dal termine "RUMA" che è il reparto gola-stomaco dei bovini. Quindi il percorso etimologico è: RU (scorrere), RUMA (gola-stomaco), RUMINARE e in dialetto emiliano "RUMIGHèR".

 

Domanda: Da dove deriva il termine dialettale "Imbalzè" o "Imbalsé"...?

Risposta:"Imbalzè" o "Imbalsé" significa impastoiato,impacciato. Deriva dal termine latino "balteus" che vuol dire cintura per appendere la spada (probabilmente di origine etrusca). Dali questa corda è diventata anche un oggetto per legare i piedi e sempre da li è diventata la "balza" della soglia della porta o il "balzo" inteso come salto.Quindi concettualmente è avere i piedi legati e l'imbalzè (cioè l'impacciato) si comporta così perchè ,per traslato è come se avesse i piedi (o metaforicamente i movimenti celebrali) legati.

 

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL NOME DEL VINO "TURCIOUN"...?

Risposta:Al TURCIOUN è ovviamente il “vino torchiato”.La prima fase è ottenere il mosto fiore prodotto di prima pressatura poi arriva la produzione del vino turciòun con l’ultima pressatura della vinaccia tramite una torchiatura.Frase tipica: In mèrz al tèimp l’è bòun par bevve al turciòun (in marzo il tempo è buono per bere il vino torchiato).

 

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "SCRòVER I ALTAREIN" (Scoprire gli altarini)...?

Risposta:Scoprire gli altarini significa mettere in luce le cose spiacevoli, i difetti o i segreti di qualcuno.Deriva dall'abitudine di nascondere i difetti di fattura o del tempo dei piccoli altari delle chiese di periferia, abbellendoli con tovaglie, calici candelabri ecc. Quindi sei scopri gli altarini ci vedi sotto i piedi mal messi il logorio dei tarli o i graffi.Da qui è stato traslato a propositi e/o a difetti di persone.

 

Domanda: PERCHE' I TEDESCHI IN DIALETTO SONO CHIAMATI "KRòCC" (CRUCCHI)...?

Risposta:Il termine Cròcc o italianizzato "Crucchi" fa riferimento ai tedeschi, deriva dal fatto che il lingua croata la parola KRUH vuol dire "pane".Diventò il soprannome dei prigionieri croati nella Prima Guerra Mondiale perchè chiedevano,in quanto affamati, sempre KRUH. I soldati slavi di Radetzky a Milano chiedevano ai fornai sempre KRUH, quindi da li per estensione è stato il nome in "gergo" per tutti i tedeschi.

 

Domanda: Da dove deriva il termine "SPAVIRER"...?

Risposta:Spavrèr,Pavèra,Pavira sono tutti termini dialettali che indicano una botta forte spesso inflitta a uomini,animali o cose.Deriva dal nome di una pianta la pavèra (o pavièra) s. f. [lat. papyria (herba), der. di papyrus «papiro»].  Che è il Nome regionale (settentr.) di piante palustri diverse, come carici, tife, giunchi, ecc. E' detta anche mazza di tamburo o Vellutata.Oggi è una foglia ornamentale e/o un fitodepuratore ma un tempo si usava per lavori d'intreccio come sedie,fiaschi,stuoie o sporte.Veniva usata addirittura per imbottire i materassi.Quindi "tirèr un s'pavirèda" significa tirare una "frustata" co questa pianta che avendo l'infiorescenza in "cima" era perfetta per colpire in quanto flessibile e bilanciata al punto giusto.Il termine dialettale è usato molto in ambito sportivo (calcistico) per indicare un "tiro" molto forte.

 

Domanda: Perchè si dice che "Al furmài al sà ed furmiga" (Il formaggio sa di formica)...)

Risposta:Al furmai che al sà ed furmiga stà a significare il formaggio che ha assunto un sapore acido.Deriva dal fatto che il retrogusto ha il sapore dell'ACIDO FORMICO, scoperto nel '700 nel corpo delle formiche!! Consiglio tipico per i commensali emiliani: Da la tèvla a-nt'alvèr mai, se la bàca la-n sà ed furmài...!!!

 

Domanda: Da dove deriva il termine "Paciàna"...?

Risposta:La "Paciana"ovvero il ranocchio, deriva dalla fusione di due parole che indicano altrettante concezioni popolari: la prima è "panciana" cioè con la pancia; la seconda dal suono onomatopeico "pacc-pacc" che da origine anche a termini come "paciugo" e "paciareina".Da qui la parola paciana per indicare un ranocchio gonfio,grasso,impacciato,lento e che nel muoversi emette il suono della fanghiglia umida.Frasi in dialetto derivate: Saltèr zò ed paciana (Cadere di pancia) oppure "Et pèr un pacian" (Sei grasso e a gambe aperte,ti muovi male).

 

Domanda: Da dove deriva l'aggettivo dialettale "BOLETARI"...? (Senza soldi).

Risposta:Boletari deriva dal gergo "Eser in bulatta" cioè "essere in bolletta" ovvero senza soldi.Deriva dalla bolletta che veniva rilasciata dal Monte di pietà a chi impegnava qualcosa di valore.Quindi un Boletari era colui che non aveva soldi ma tante bollette perchè aveva impegnato tanti oggetti per ricevere in cambio danaro per sopravvivere.

 

Domanda: Perchè una volta le forze dell'ordine venivano chiamate "SBèRR"...? (Sbirri).

Risposta:La derivazione proviene dal colore dei mantelli delle antiche guardie. Il colore era rosso e questo mantello si chiamava iin latino "Birrum".Da qui i Birrum poi sono diventati gli Sbirri.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL MODO DI DIRE "PER AL RàT ED LA CòFFIA"...?

Risposta:per al ràt ed la còffia ,ovvero per il rotto della cuffia deriva dagli antichi tornei medievali dove il cavaliere munito di lanca doveva colpire lo scudo della "sagoma" girevole ed abbassarsi velocemente per non essere colpito a sua volta dall'altro "braccio" della medesima sagoma impugnante una mazza chiodata.Il Cavaliere passava il turno se al massimo la mazza chiodata della sagoma gli rompeva la "cuffia" di maglia.Ecco che solo cosi il cavaliere si qualificava in extremis.Da qui passare o farcela per il rotto della cuffia!

 

Domanda: PERCHE' LA "FRETTA" IN DIALETTO SI CHIAMA "PRèSIA"...?

Risposta:La "Prèsia" (Premura,fretta) deriva dal latino "Pressàre" con significato di "intensivo".Nel 300 nell'Italiano si scorge il vocabolo "in pressa" e in un documento modenese del 400 si legge la frase "...vanno verso Bologna in grande presia...". Insomma deriva dal "pressare"(comprimere)...il tempo.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL MODO DI DIRE "MAGNèR A SBAFO"...?

Risposta:MAGNèR A SBAFO stà per mangiare con ingordigia e spesso senza pagare.Deriva dal fatto che chi lo faceva, un tempo, finiva con lo sporcarsi tutta la barba o i baffi ,data la grande voracità impressa nella sua azione.

 

Domanda: PERCHE' "LIMIDI" (Mo) SI CHIAMA COSI'...?

Risposta:Limidi di Soliera (Mo) deriva semplicemente dal vocabolo "Limites" ovvero una zona che determinava il "limite" tra la centuria romana ed il confine con i galli.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL MODO DI DIRE "ANDèR A ZONZO"...?

Risposta:Andèr a "zonzo" significa passeggiare o a volte "errabondare" o vagabondare.Insomma camminare senza una meta precisa. Deriva dal suono onomatopeico degli insetti (ZZzz) che nel loro percorso sembrano non avere mai una traiettoria precisa.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL MODO DI DIRE "Nè CON LA CAMISA" (NATO CON LA CAMICIA)...?

Risposta:NATO CON LA CAMICIA, in dialetto emiliano -romagnolo Nè CON LA CAMISA rappresenta l'espressione classica per etichettare una persona fortunata.Deriva da una credenza antichissima che collocava tutti i bambini nati con ancora addosso la membrana amiotica come molto fortunati.

 

Domanda: PERCHE' NONANTOLA (MO) SI CHIAMA COSI'...?

Risposta:Nonàntola deriva dal latino Nona(gi)nta alla forma munita di suffisso diminutivo, Nonantula, usuale nel Medioevo,ossia novanta riferito alle misure agrarie che dipendono dalla divisione delle centurie.La colonizzazione romana porta a una prima sistematica bonifica del territorio, suddiviso poi mediante la centuriazione secondo uno schema tuttora parzialmente percepibile nel reticolo formato dall'intreccio di vie di terra e vie d'acqua, (fossi e canali).

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL MODO DI DIRE "INGUGNER AL ROSP"...?

Risposta:INGUGNER AL ROSP stà per una situazione che nel bene o nel male dobbiamo farci andare a genio. In questo senso al "rospo" essendo considerato un animale brutto gli viene attribuita la fama di cattivo boccone.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "BASTIAN CUNTRARI"...?

Risposta:Nell'italiano colloquiale viene chiamato bastian contrario chi assume per partito preso le opinioni e gli atteggiamenti contrari a quelli della maggioranza.Sull'origine del modo di dire esistono diverse teorie.Nel Dizionario moderno di Alfredo Panzini ricorda la leggenda di un Bastiano Contrari "malfattore e morto impiccato, il quale solamente in virtù del cognome diede origine al motto". Si tratterebbe dunque di un caso di antonomasia.A Torino il Bastian Contrario (in piemontese Bastian Contrari [pronuncia: bastiàn cuntràri]) per antonomasia è considerato il Conte di San Sebastiano, che nella battaglia dell'Assietta (1747) fu il solo a disobbedire all'ordine di ripiegare sulla seconda linea. Il gesto del Conte e dei pochi fedeli granatieri da lui comandati determinò l'esito favorevole di tutta la battaglia contro l'esercito franco-ispanico. L'episodio ha ispirato anche un altro detto tipico riferito alla popolazione piemontese, quello di bogia nen! [pronuncia: bùgia nèn]: l'espressione significa letteralmente "non muoverti!" e col tempo è diventato sinonimo di caparbietà (in senso positivo) o di ottusità (in senso negativo) a seconda dei contesti.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL MODO DI DIRE "AVER LA CàVA ED PAJA"...? (Avere la coda di paglia)

Risposta:AVER LA CàVA ED PAJA:Un'antica favola racconta che una giovane volpe cadde disgraziatamente in una tagliola; riuscì a fuggire ma gran parte della coda rimase nella tagliola. Si

sa che la bellezza delle volpi è tutta nella coda, e la poveretta si vergognava

di farsi vedere con quel brutto mozzicone.

Gli animali che la conoscevano ebbero pietà e le costruirono una coda di

paglia. Tutti mantennero il segreto tranne un galletto che disse la cosa in

confidenza a qualcuno e, di confidenza in confidenza, la cosa fu saputa dai

padroni dei pollai, i quali accesero un po' di fuoco davanti ad ogni stia.

La volpe, per paura di bruciarsi la coda, evitò di avvicinarsi alle stie.

 

Domanda: Da dove deriva il termine "UCARELA"...?

Risposta:L'Ucarela ,cioè il ferma-scuri,si chiama così semplicemente perchè anticamente incominciarono a costruirle nelle case rurali a forma di oca in quanto la stilizzazione del collo era funzionale come forma per incastrare l'anta. nella civiltà contadina molti oggetti ricordavano come forma gli animali del "cortile" perchè erano la prima fonte di sostentamento e quindi in qualche modo andavano ricordati, rispettati e in qualche modo venerati.

 

Domanda: Da dove deriva il modo di dire "Caschèr dal pir"...?

Risposta:Caschèr dal pir ovvero cadere dal pero vuol dire "capire" "comunicare" "intendere" e/o "ritornare a connettere.Deriva dallo star sulle cime degli alberi ovvero stare in alto cioè "Parlar Difficile".In alcuni cari chi "Casca dal pero" è colui che rimane stupiuto cioè repentinamente prende atto della realtà che in alcuni casi gli sembrava fino a quel momento impossibile o imprevedibile.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "BIOLCA"...?

Risposta:La biolca è una unità di misura agraria di superficie non appartenente al sistema internazionale, usata in varie zone dell' Emilia e altre zone confinanti.

Corrisponde alla superficie di terreno che si stimava di potere arare in una giornata di lavoro con un aratro trainato da due buoi. Deriva dal termine "BUBULCUS" cioè il guardiano di buoi più comunemente chiamato BIFOLCO, in questo senso la "BUBULCA" era l'area che il BUBULCUS poteva arare in un giorno con "DUE" (BI) Buoi.Quindi è affine alla tornatura.

Concettuamente corrisponde allo iugero romano, di cui peraltro era in genere un po' più ampia.

Dato che più si sale di quota, più è difficile lavorare, in montagna la biolca è più piccola che in pianura

Sebbene l'unità non sia standard, non è infrequente trovarla impiegata negli annunci immobiliari locali.

Nella seguente tabella sono indicate le corrispondenze in metri quadri per ogni biolca usata in diverse province:

Biolca di:

Modena= 2836,47 m2

Carpi= 2854,42 m2

Reggio Emilia= 2922,25 m2

Mirandola= 2933,63 m2

Guastalla= 3052,54 m2

Parma= 3081,439 m2

Mantova= 3138,5969 m2

Padova= 3863 m2

Ferrara= 6523,936 m2

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL MODO DI DIRE "TIRER UN BIDOUN"...? (Tirare o Fare un Bidone)

Risposta:Tirèr o Fèr un bidoun, in dialetto emiliano significa non mantenere una promessa o mancare ad un appuntamento.Deriva da una tecnica truffaldina antica di mercanti francesi che mostravano la mercanzia dentro a dei bidoni, poi ,invece, rifilavano dei bidoni uguali chiusi che all'apertura del malcapitato acquirente risultavano vuoti. Da anni la stessa tecnica nell'Italia del sud viene praticata e chiamata la truffa del "pacco" o del "mattone" e a questo proposito il linguaggio giovanile identifica un "pacconaro" , uno che tira il "pacco" ,un "bidonaro" o uno che tira un "bidone" una persona che in qualche modo non mantiene le promesse.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL MODO DI DIRE "TAJER LA CORDA"...? (Tagliare la corda,scappare)

Risposta:TAJER LA CORDA cioè Tagliare la corda,scappare deriva dal mondo marinaresco perchè spesso le ciurme per fuggire velocemente da porti a loro ostili per fare prima non snodavano la nave dall'ormeggio ma semplicemente tagliavano la corda per partire prima e più velocemente.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL MODO DI DIRE "CIAPER IN CASTAGNA"...? (Prendere in castagna)

Risposta:Ciapèr o Tòr in castagna significa cogliere un persona sul fatto,sorprenderla in fallo e deriva dal modo di dire "cogliere in marrone" dove la parola marrone sta per errore.Infatti in dialetto "fèr un maroun" non è riferito il "testicolo" ma ad un errore di questo tipo: la parola "marrone" intesa come errore è diventata con il tempo la parola "marrone" intesa come frutto e da li il traslato marrone-castagna.Il termine "marrone" inteso come errore deriva dal germanico "MARRIR" che sta per S-MARRIRE o S-MARRIRSI.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL MODO DI DIRE "MAGNER LA FOJA"...? (Mangiare la foglia)

Risposta:Magnèr la Foja cioè mangiare la foglia è sinonimo in gergo di colui che ha capitouna situszione a lui resa occulta o sospetta.Deriva dal mondo contadino in quanto segue il senso della crescita del bovino.la prima fase è caratterizzata dal bovino che si nutre di latte (lattonzolo) la seconda ,invece, è contraddistinta dal nutrimento vegetale (fieno) quindi quando sei nella fase di mangiare la foglia associ la tua saggezza ed esperienza alla vita più matura del bovino.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL MODO DI DIRE "CIAPER AL TOR PER I COREN"...? (Prendere il toro per le corna)

Risposta:Ciapèr al tor per i corèn, deriva dal sacrificio del toro degli antichi egizi infatti prendevano le corna del toro per piegargli la testa e farlo cadere e con estremo coraggio lo uccidevano.Esistono delle stupende testimonianze di questo sacrificio negli affreschi del palazzo di Cnossoa Creta risalenti alla civiltà minoica raffiguranti degli acrobati che "prendevano il toro per la corna" rappresentando una danza sacrificale.Siccome è una dura prova di coraggio noi oggi lo diciamo per indicare il modo più deciso per affrontare un problema.

 

Domanda: PERCHE' IL POPOLARE UCCELLINO PAVONCELLA IN DIALETTO LO CHIAMIAMO "CIUIGA"...?

Risposta:La CIUIGA che in italiano è la pavoncella o il vanello è l'uccellino con il famoso "ciuffo in testa".Si chiama cosi perchè è di derivazione onomatopeica infatti emette suoni "cigolanti" quindi è l'uccello che cigola e per traslato gergale è diventato la "CIUIGA".

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL MODO DI DIRE "ANDER A TOTA BèRA"...?

Risposta:ANDERA A TOTA BèRA,ovvero andare forte sia fisicamente che in senso lato,erroneamente lo si fa derivare dalla birra ma è solo un traslato che ha generato con le epoche il nostro dialetto.Infatti la prima derivazione è francofona dal detto "à toute bride" cioè a briglia sciolta; la seconda derivazione in una specie di conseguenza discende da una antica espressione contadina "à tòta bòra" cioè "a tutta bure" perchè la bure era il timone dell'aratro quindi "spingere a tutta forza sul timone dell'aratro.C'è anche un espressione derivata che è "avèr dlà bèra" che sta per avere dell'energia (quella che si imprimeva sulla bure, cioè quella che si imprimeva sul timone dell'aratro).

 

Domanda: PERCHE' QUANDO L'ESECUZIONE DI UN LAVORO E' FACILE IN DIALETTO "LE' GNOCH"...?

Risposta:Se un lavoro da fare in Emilia è facile si dice "lè gnoch", o se una situazione è banale da capire "lè gnoca".Deriva dal termine longobardo "KNOKKA" che signofica "nocca" cioè bugna o rigonfiamento.Si rifà "al gnoch" in quanto facile da preparare (acqua,farina e sale) quindi il discorsivo per esteso sarebbe "è facile come fare il (lo) gnocco" da li per traslato "lè un lavor gnoch o l'è una roba gnòca".

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL MODO DI DIRE "CAPIR L'ANTIFONA"...?

Risposta:L'espressione "Capire l'antifona" deriva dalla religione cattolica. Nella liturgia delle ore, la preghiera quotidiana della chiesa Cattolica, l'antifona è un versetto cantato che introduce e precede il salmo che viene proclamato successivamente: serve, in pratica, a far capire la melodia del salmo all'assemblea di tutti i fedeli che devono cantarlo. Per questo motivo "capire l'antifona" significa intuire immediatamente ciò che succederà dopo.Anti-fono ovvero prima di ciò che sento o sentirò.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL MODO DI DIRE "TI FACCIO VEDERE I SORCI VERDI"...?

Risposta:Ti faccio vedere i sorci verdi che in gergo rappresenta una minaccia nei confronti di qualcuno è un detto che deriva da una squadriglia dell'aviazione che come simbolo sulla carlinga aveva tre topolini verdi simboleggiando i tre motori dell'areoplano.Erano velocissimi e per l'epoca ,inizio secolo, raggiungere i 450 all'ora era quasi un record.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL MODO DI DIRE "ROBA DA CIOLD" (ROBA DA CHIODI)...?

Risposta:Roba da ciold che sta per "azioni fatte male o fuori dal comune" deriva dal fatto che un tempo chi costruiva i mobili erano i "mobilièr" usavano la raffinata tecnica dell'incastro a tasselli invece i "marangoun" che erano maestri d'arte meno bravi per assemblare le assi usavano i chiodi quindi producevano merce meno pregiata e più scadente.Da qui il detto "roba da chiodi" ovvero "roba da poco".

 

Domanda: Perchè il piccolo colpo con la mano in dialetto si chiama "RUCHETT" o "RUCATT"...?

Risposta:Ruchètt o rucatt a seconda dell'area fonetica è il piccolo colpetto indolore che si da con le nocche del pugno per "ammonire" solitamente,un tempo che fu, i bambini.E' tipica l'espressione emiliana di blanda minaccia "A-t dagh un ruchètt...!" e sta a significare un movimento rotatorio del pugno con la nocca del dito medio posizionata in aggetto rispetto alle altre.Deriva dal termine gotico "RACCA" poi traslato in "RUKKA" che era un arnese per filare.In italiano il "rocchetto" infatti può essere o l'oggetto che fa girare il filo per filare o tessere oppure un componente nella bicicletta che serve a far girare la catena o la ruota.In tutti questi casi l'etimologia simboleggia una rotazione ed è da li che il nostrano "Rucatt" o "Ruchètt" ne prende la derivazione a causa di come viene ,seppur bonariamente ,inferto.

 

Domanda: PERCHE' IL SECCHIO IN DIALETTO LO CHIAMIAMO "CALDAREIN"...?

Risposta:Caldarein è una versione ma in dialetto emiliano si può chiamare anche parol,calzeder,sacc o sècc.Deriva dall'estensione maschile di "caldirèina" oggetto con la funzione di "bollitura".L'origine  risale al '400 dal termine "CALDARA" ovvero paiolo di rame usato per scaldare. Nel '500 il termine diventa "CALDIRANE" e dal latino parlato si trasforma in "CALDARIA" con il significato di recipiente per bollire.Indovinello: Cus'el kal quèl k'al va zò ridand e al torna sò pianzand? (Cos'è quella cosa che scende ridendo e sale piangendo?) Risposta: Al Caldarein (il Secchio) perchè quando scende nel pozzo è vuoto e sembra ridere essendo vuoto ma quando sale,siccome sgocciola, da l'impressione del pianto...!

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL MODO DI DIRE "CIAPER UN SPAGATT O SPAGHETT"...?

Risposta:Ciapèr un Spagatt, Spaghètt o Spaghet, vuol dire prendersi un gran spavento o avere un grosso momento di paura.Tenendo conto che nel Latino parlato il termine SPAGOR stava per "GRANDE TIMORE" ciò che noi intendiamo per "SPAGATT" non è lo "SPAGHETTO" ma lo "SPAGO" nel senso di "TACERE E FILARE".Anticamente il capofamiglia modello "PADRE PADRONE" intimava la moglie a "TACERE E FILARE" ovvero a stare zitta e andare a tessere il filo.Da li il filo si trasforma in "SPAGO" e di conseguenza per quell'epoca "CIAPER UN SPEG O UN SPAGATT" stava per prendere una secca ammonizione dal proprio marito e quindi ,a volte, prendere anche un gran colpo di paura!!! Nel parmense una "sonora sgridata" si dice "prendere un brodo" che è l'equivalente di dire alla moglie "TACI E VAI A FARE IL BRODO".In Emilia infine, si dice anche "TES E VA  A FER A SUFRETT"(Taci e vai a fare il Sofritto),insomma tutte queste frasi intimidatorie portavano la consorte a tacere e occuparsi solo dei lavori di pertinenza (Cucina, filare la canapa...) e spesso ottenevano il risultato di spavento.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "S-CIANCHER"...? (Rompere)

Risposta:S-CIANCHER significa rompere,spezzare,fratturare.Deriva da un termine del tardo latino che è "CIANCA" traslato poi in "ZANCA" che vuol dire "GAMBA".La "S" in questo caso diventa con il tempo "sotrattiva" perciò "s-gambato" sta per "GAMBA ROTTA" infatti in lingua longobarda "ZAMKA" vuol dire "tenaglia".

 

Domanda: CONOSCI LA VERA STORIA DEL "NOCINO"...?

Risposta:Il nocino è un liquore presente in diversi paesi d'Europa ottenuto dal mallo della noce, a mezzo di infusione in alcool. In Italia è particolarmente amato in Emilia-Romagna e specialmente nella zona del Modenese.

Le origini del liquore sono incerte. Si sa che esistono versioni di liquore di noci in molti paesi europei, dall'Italia, agli Urali, all'Inghilterra.

Documenti romani antichi riportano che i Picti, cioè i Britanni, si radunassero nella notte di mezza estate e bevessero da uno stesso calice uno scuro liquore di noce. Successive fonti riportano che tra i francesi era in uso un liqueur de brou de noix o ratafià di mallo. Probabilmente dallaFrancia fece il suo ingresso in Italia, diffondendosi prima nella zona del Sassello e poi nel Modenese.

Il noce mantenne sempre un alone di leggenda, legato alla presenza di streghe e incantesimi, che si comunicò alla preparazione del liquore. Tradizionalmente, infatti, le noci venivano raccolte nella notte di San Giovanni dalla donna più esperta nella preparazione che, salita sull'albero a piedi scalzi, staccava solo le noci migliori a mano e senza intaccarne la buccia. Lasciate alla rugiada notturna per l'intera nottata, si mettevano in infusione il giorno dopo. La loro preparazione terminava la vigilia di Ognissanti, cioè la notte di Halloween.

Nella raccolta la tradizione chiede di non usare attrezzi di ferro. Il metallo, infatti, intaccherebbe le proprietà delle piante officinali. È un fatto che i vegetali tagliati con lama di metallo ossidano prima e appassiscono più in fretta di quelli tagliati, ad esempio, con una lama di ceramica. L'usanza è comunque molto antica e già i druidi la seguivano cogliendo il vischio con unfalcetto d'oro.

A Spilamberto in provincia di Modena esiste dal 1978 l'associazione "Ordine del Nocino Modenese", che ha lo scopo di organizzare, promuovere e sostenere iniziative e manifestazioni atte a tutelare, valorizzare e diffondere l'antica tradizione del nocino. In origine l'Ordine era formato da sole donne, ed anche oggi, pur con qualche concessione alla parità dei diritti, la maggioranza del Consiglio è formato da donne. Questo per ricordare le origini del nocino, legate soprattutto alle "rezdore", che nelle case contadine erano le depositarie della tradizione della produzione di questo liquore. Tutti gli anni, nei mesi di gennaio e febbraio, l'Ordine organizza un Palio aperto a tutti coloro che producono per passione il nocino e che vede premiato il migliore dei concorrenti il giorno di S. Valentino (14 febbraio). Inoltre da alcuni anni l'Associazione organizza eventi legati alla tradizione della "Guazza" di S. Giovanni, ossia della magica rugiada che scende nella notte fra il 23 ed il 24 di giugno. L'Ordine inoltre organizza corsi per imparare a produrre, a degustare e a valutare il nocino, formando così gli assaggiatori e i maestri assaggiatori che andranno a condurre il Palio.

A Modena è da anni operante l'Albo Assaggiatori di Nocino Tipico di Modena "Il Matraccio“, associazione no profit che si occupa di diffondere questo prodotto attraverso una scuola itinerante per allievi assaggiatori di Nocino Tipico di Modena. Inoltre, in collaborazione con il comune di Castelfranco Emilia, organizza "Nocinopoli" – La città del Nocino : una serata in cui tutto è riconducibile al Nocino, il vero protagonista dell’evento. La manifestazione si svolge nel cuore di Castelfranco nel terzo mercoledì di luglio: la Via Emilia, che come le altre vie e piazze del centro cambia nome per l’occasione, viene chiusa al traffico automobilistico, per lasciare spazio ai numerosi stands che rappresentano i prodotti di eccellenza del territorio modenese.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL MODO DI DIRE "PIANTER UNA GRANA"...?

Risposta:PIANTER UNA GRANA che in dialetto vuol dire creare fastidio, o dare delle complicazioni, deriva dal gergo militare e nello specifico dal 1886 nel linguaggio piemontese da caserma.Sta per "il contrario di appianare" ovvero non rendere liscio un percorso (granuloso).Quindi il riferimento è allo spargere "granelli" sulla tua strada per renderla più difficoltosa.

 

Domanda: PERCHE' LO SCHIAFFO IN DIALETTO EMILIANO LO CHIAMIAMO "SMATAFLOUN"...?

Risposta:SMATAFLOUN che in dialetto vuol dire schiaffo o ceffone, deriva dalla congiunzione dei termini MAT ovvero materiale "nel senso di botta" e MOFFLA cioè manopola,manicotto dal francese "Mouflè" che vuol dire manopola.

 

Domanda: Perchè il colpo con le dita lo chiamiamo "CRèCCH" (Cricco)...?

Risposta:Al "Crècch" o "Cricco" deriva dal suono delle dita quando sfregano per dare il piccolo battito.Quindi questo vocabolo è di origine onomatopeica.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE DIALETTALE "TANFER"...? (PUZZARE)

Risposta:Tanfèr è sinonimo di puzzare e la sua derivazione proviene dal longobardo "THAMPF" che stà per "vapore" infatti nel gergo contadono "al tanf" era l'odore della "muffa" (ciapèr la tanf era prendere l'odore dell'ammuffito).Per traslato questo termine ,che è entrato nella lingua italiana nei primi del '500, è arrivato anche nella lingua tedesca infatti il vocabolo "DAMPF" corrisponde al nostro "vapore"...in questo caso non proprio profumato!

 

Domanda: STORIA, VITA E MIRACOLI DEL "SASSOLINO"...? (LIQUORE)

Risposta:Sassolino è il termine popolare che viene dato ad una bevanda spiritosa tipica della Provincia di Modena, dal caratteristico forte sapore di anice aromatizzato con spezie miste.Si ricava dal frutto dell'Illicium verum, comunemente conosciuto come anice stellato per via dell'odore e della forma del frutto, ma che con l'anice (Pimpinella anisum) botanicamente non ha nulla a che fare. È una pianta originaria della Cina, il cui frutto ha l'aspetto di una stella, formata da 8-12 follicoli appuntiti di colore bruno rossastro contenenti anetolo, metilcavicolo, pinene, limonene che danno appunto il caratteristico aroma di anice.Il Sassolino nacque nel 1804, quando alcuni speziali e droghieri svizzeri provenienti dal Cantone dei Grigioni si trasferirono a Sassuolo, in Provincia di Modena, dove iniziarono la distillazione della suddetta spezia. L'azienda passò poi nelle mani della famiglia Stampa, ancora oggi l'unica depositaria della ricetta originaria.Si dice che il nome del liquore nacque dai Cadetti dell'Accademia militare di Modena, che nelle estati si recavano nella sede di Sassuolo per varie esercitazioni. Sempre ad essi si deve la diffusione a livello nazionale, in quanto provenienti dalle più disparate località italiane.Come già detto il Sassolino ha un sapore tipicamente anisato. Ha consistenza viscosa (se diluito in acqua opacizza) e una gradazione di 40°volumi.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "SCANTERES"...?

Risposta:Scanteres ovvero farsi furbo,svegliarsi,muoversi,uscire da una situazione mentale di stasi o diventare più accorto deriva dal latino "incantare" ovvero recitare formule magiche che per mutazione semantica si è trasformato in "intontire" o "intontirsi".Il riferimento è derivato perciò da oggetti rallentati o apparentemente fermi.Nel dialetto è il contrario di "incantè" e il prefisso "s" iniziale indica quindi il contrario.

 

Domanda: PERCHE' "BOMPORTO" (Mo) SI CHIAMA COSI...?

Risposta:BOMPORTO ,comune in provincia di Modena.Fino al secolo scorso fu chiamato Buon porto, riferendosi al fatto che era un rifugio sicuro per le imbarcazioni fluviali.A riprova dell’importanza strategica ed economica del “buon porto” è la costruzione, nella seconda metà del XVIII secolo, da parte di Francesco II d’Este, di un’ imponente darsena.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "SBIAVID"...? (Pallido)

Risposta:SBIAVID deriva dal Franco-Germanico "BLAO" ovvero "Azzurro".Questo termine si sposta nel Latino Volgare in "BLAVIUS" che sta a significare "Azzurro Pallido" e da qui parte la direzione per l'etimologia di SBIAVID.Per estensione da SBIAVID si arriva a SLAVATO e/o SBIADITO che in Italiano vale per tutti i colori. A seconda delle aree fonetiche si può pronunciare anche SBIAVAD o SBIAVD.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "SGRISOR" (BRIVIDO)...?

Risposta:SGRISOR deriva dal Longobardo GRU(wi)SON che significava provare ribrezzo o raggrinzare. Vi si è poi aggiunto con il tempo il formante onomatopeico "GRR" per identificare la sensazione di freddo. Anche nei moderni testi scritti nei fumetti l'inciso "GRR" sta a significare la sensazione di freddo del protagonista stesso dello storyboard.

 

Domanda: PERCHE' "TRASLOCARE" IN DIALETTO SI DICE "SPATINER"...?

Risposta:Spatiner o Fer pateini vuol dire traslocare o togliersi di mezzo e deriva dai termini PATEIN ovvero Masserizie o Suppellettili che successivamente in latino ha fatto scaturire la parola PATINA che sta per Rivestimento o Copertura.Anticamente questi termini erano intesi come cio che si depositava in superfice quindi per estensione dialettale diventa tutto quello che viene a trovarsi su un piano, nel caso di SPATINER il riferimento è ai "mobili di casa" sul pavimento.

 

Domanda: PERCHE' LA FEDE NUZIALE IN GERGALE DIALETTALE EMILIANO LA CHIAMIAMO "VERA"...?

Risposta:VERA deriva dal latino volgare "VIRIA" che sta per cerchio,bracciale e trae anche reminescenza nella lingua gallica."Virare" che è un termine noto di "svolta" prende origine dalla stessa radice con simile significato.In dialetto la fede nuziale è detta anche "verga" o "vargata" ovvero un piccolo bastoncino avvolto al dito.

 

Domanda: Da dove deriva il termine "sbragher" (Rompere)...?

Risposta:SBRAGHER vuol dire in dialetto emiliano rompere,spezzare o lacerare.Deriva dal gotico "BRIKAN" che significa appunto rompere; successivamente troviamo nel tedesco moderno anche il termine "BRECHEN" che rappresenta lo stesso significato.Nel 1922 entra anche nel vocabolario italiano il termine "SBREGO" ovviamente con il medesimo significato.Un esempio etimologico è "fare BRECCIA" ovvero creare uno spazio.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "SARABIGA" (Zanzara)...?

Risposta:Si puo dire Sarabiga, Ziribiguel o Zarabigul. E' in dialetto la Zanzara (Sinsèla o Sinsala).Deriva dal Latino "SALPIGA" ovvero piccolo animale velenoso citata anche da Plinio il Vecchio come formica velenosa.Non è una parola che rientra nel vocabolario Italiano ma è presente in alcune sue forme simili in tanti altri dialetti tipo:

in sardo (Iglesias) Zciarrabigga, in dialetto di Castellamare di Stabia si dice Ciarrabiga.

In Emilia è usato molto nel reggiano ma anche nel modenese,nel bolognese e nel parmense, che assume anche il significato di donna bisbetica ed arrogante.

 

Domanda:DA DOVE DERIVA IL TERMINE “DESDERES”…?

Risposta:Desderes che sta per "alzarsi dal letto" o svegliarsi in senso di "tontaggine" deriva dal latino volgare DEEXCITARE che trasla nel laino classico in EXCITARE che sta a significare "Mettere in movimento,far alzare" infatti il "Somno Excitare" vuol dire svegliare.

 

Domanda:Da dove deriva il modo di dire "Fèr al treinta dièvèl"...?

Risposta:Fer al treinta dievel è sinonimo di gran baccano,di caos o di divertimento sfrenato.Il numero trenta può essere accumunato alla negatività del numero nella storia e nella numerologia.I riferimenti sono alle 30 monete ricevute da Giuda,alle 30 legioni dei demoni, oppure ai 30 tiranni di Atene.Una riflessione va fatta anche sul fatto che trenta diavoli si sa che sono peggio di uno solo!

 

Domanda: Perchè lo spazzaneve in dialetto si chiama "PUIANA"...?

Risposta:Il termine prende ovviamente origine da "Poiana" che è un rapace considerato uno spazzino perchè si nutre di carogne e in più ha una postura alare simile alla "benna" del trattore (cioè a V) che in casi di nevicate forti si monta davanti e da li lo spartineve nel tempo è diventato la "PUIANA".

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "BIRICHEIN"...?

Risposta:"BIRICHEIN","BIRICHIN" o "BIRICHéN", in italiano "biricchino" trae derivazione dal bolognese infatti "la compagnia dei biricchini" era un'associazione creata per rubare ma come particolarità aveva che anche se non si partecipava ad una determinata rapina ,ma si era "associati", si aveva diritto ad una parte della refurtiva.BIRICHEIN, che nasce come termine dal diminutivo di "briccone" deriva dal termine "BRIKK" cioè animale irrequieto

 

Domanda: Perchè l'ape o la vespa selvatica in dialetto emiliano si chiama "ASIOL"...?

Risposta:ASIOL che per lo piu significa ape o vespa selvatica ma in altre zone dell'Emilia sta per bambino fastidioso,come vocabolo trae origine dalla parola etrusca "ASILUS" che secondo Giacomo Devoto vuol dire "TAFANO".Ecco quindi tutti isuoi derivati: assillo,assillante ecc..

La cosa interessante è anche il fatto che nell'antico dialetto emiliano il termine "A'SI" stesse per tormento,assillo ma anche per tafano o vespa.Da qui "ASIOL".

 

Domanda: Da dove deriva il termine "SCARAVULTER"...?

Risposta:SCARAVULTER deriva dal latino EXTA-VOLTARE ovvero RI-VOLTARE all'ennesima potenza.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "LAZAROUN"...?

Risposta:LAZAROUN deriva dal termine "lazzaro"nome con cui gli spagnoli indicarono i popolani napoletani protagonisti della sommossa capeggiata da Masaniello è sinonimo di persone cafona con vocazione alla delinquenza

 

Domanda: Perchè CAMPOSANTO (Mo) si chiama così...?

Risposta:La prima citazione ufficiale conosciuta del toponimo (Campus Sanctus) risale al 1445. L'origine del nome, qui si vuole sfatare un'inveterata quanto errata credenza, nulla ha a che fare con eventi drammatici o con fantomatici luoghi di sepoltura. In mancanza di ulteriori elementi probanti si deve accettare l'ipotesi più plausibile: cioè la correlazione del nome del paese con quello dei Santi, nobile famiglia ferrarese che, sul finire del secolo XIV, ottenne dagli Este (Signori di Modena e Ferrara) vaste investiture di terreno nel modenese.

 

Domanda: Perchè il GHIACCIOLO in Emilia è chiamato "BIF"...?

Risposta:Il ghiacciolo all'emiliana da anni lo chiamiamo BIF.Esattamente dal 1960 quando un'azienda di Reggio Emilia fece partire questa geniale idea businnes, noi gergalmente lo chiamiamo BIF perchè era la marca cioè era l'acronimo dei cognomi dei tre soci titolari della società che fondarono.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "RUDEIA"...? (piselli)

Risposta:Rudèia o Rudéa o Arvèìa o addirittura Ruvié (nel bolognese),deriva dal termine latino "ERVUM" ovvero ervo,o rubiglio che muove poi nel vocabolo di tardo latino "ERVILIA" quindi RUILIA poi RUDIA e infine RUDEA. Infatti il "RUBIGLIO" è una varietà di pisello montano (Pisum artense), dai fiori azzurrognoli, coltivato come biada.

 

Domanda: Da dove deriva il termine di cultura contadina "CAMARANT"...?

Risposta:Al "Camarant" era quella figura professionale di civiltà contadina che andava di fattoria in fattoria a chiedere lavoro stagionale e in concomitanza alla sua prestazione d'opera una stanza o CAMERA per poter vivere proprio li dove c'era il podere.Ecco perchè "camarant";Il termine si riferisce alla camera che occupava in quel preciso periodo dell'anno.Era una figura comunque povera che con questo sistema salvava la sua famiglia dalla miseria a volte nascondendo moglie e figli proprio nella camera a lui assegnata dal padrone o dal "mezzadro".

 

Domanda: Da dove deriva il termine "SGAGERES"...? (Sbrigarsi)

Risposta:Sgàgèrès ,che vuol dire in dialetto emiliano "sbrigarsi" deriva dal termine francese "Dègager" che significa "disimpegnarsi" e trae etimologia dal formante linguistico di origine Francese/Germanico "GAGE" che stava per "pegno", "ingaggio". Quindi traslato vorrebbe dire "disingaggiarsi" ovvero dileguarsi (velocemente) da qualcosa o da qualcuno.

 

Domanda: PERCHE' "BASTIGLIA" (Mo) SI CHIAMA COSI...?

Risposta:Bastiglia deriva dal francese bastille da bastie (fortezza) e dal germanico bastjan, ossia costruire.

Intorno all'anno Mille (950-1115) nell'antico territorio di San Clemente ebbe origine il nobile casato dei conti Cesi di Modena. Petrus de Zesis aveva la propria residenza stabile in un castello circondato da una vasta corte nei pressi della Cappella di San Clemente, nonchè la proprietà di tutto il territorio a levante del canale Naviglio, compreso quello che del futuro Borgo della Bastia. Queste due località fino alla seconda metà del 1400 ebbero la denominazione di "Sancte Clementis De Cesis" e "Bastia De Cesis" di cui restano i toponimi odierni "San Clemente" e "Bastiglia". Il casato si estinse nell'anno 1838. Nella seconda metà del XIV secolo il fiume Panaro fu immesso nel canale Naviglio e furono edificati i Borghi della Bastia e di Buonporto, adibiti a luoghi di guardia, riparo e deposito, pesca e anche di culto presso la cappella dedicata a san Nicola di Mira, protettore dei naviganti. (fonte: Guido Ferrari, "Cronistoria del Borgo e del territorio della Bastia", vol.I "Il profano") e (http://www.comune.bastiglia.mo.it/guida_di_bastiglia/storia/)

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "CHELZAGAT"...?

Risposta:I chèlzagat sono "bocconcini" di polenta con al suo interno l'umido di fagioli di possono chiamare anche: INCIULDEDA, PARSUNER, PAPAROCC, BURATEIN, UGONOTI. Sembra che il nome, secondo il Vaccari, derivi da un cuoco che nel preparare rispettivamente, polenta nel paiolo e fagioli in un'altra pentola si accorse che un gatto si stava avvicinando a suoi focolari e  volendolo allontanare nel tentare di dargli un calcio (calcio al gatto) colpì inavvertitamente la pentola con i fagioli che a sua volta si rovesciò nel paiolo della polenta.Da qui Chelza-gat.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "SPOLT"...? (Bagnato fradicio)

Risposta:Il dialetto anticipa etimologicamente questo termine con il vocabolo "Pultej" che stà per poltiglia che a sua volta deriva dal termine tardo latino "Pulticola". E' anche l'etimologie di "Puleinta" (polenta) poichè anch'essa è farina intrisa d'acqua.

 

Domanda: Da dove deriva il termine dialettale "STURLèR"...? (Battere la testa)

Risposta:STURLèR che stà per incocciare,sbattere la testa, ma anche per ubriacarsi o innamorarsi (ciapèr una stùrlèda) e addirittura per picchiare una persona con una testata (dèr una stùrlèda), deriva...

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL MODO DI DIRE "FER FILOSS"...?

Risposta:"Fèr filòss" significa parlottare insieme a gruppi del più e del meno e deriva dal fatto che un tempo lo si faceva nelle stalle quando le donne "filavano" la canapa.Si sceglieva proprio la stalla per filare in quanto l'umidità di questo posto consentiva alle "filatrici" una migliore lavorazione del filo stesso.Si può dire anche fare "filò" e italianizzati in gergale dialettale la chiacchera dra persone per stare in compagnia e detta adesso anche "filosso".

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "SGURER" (Pulire,Strofinare)...?Risposta:Sgurèr che significa strofinare,pulire,lucidare ma anche ingannare o sgridare deriva dal vocabolo latino "EXCURARE" ovvero trattare con cura amorosa.

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "ZIRUDELA"...? (Filastrocca modenese in rima baciata)Risposta:La "zirudèla" che è la filastrocca modenese in rima baciata che tratta scenette riferite a personaggi locali o a "gossip" non troppo velati, deriva proprio dalla sua "metrica" che "gira" con le rime attorno alle strofe.Lo spirito delle zirudelle è affine agli stornelli, ma la struttura tipica è ben caratterizzata da versi ottonari con rima baciata, suddivisi in quartine, che iniziavano con la parola zirudèla e si concludevano con espressioni ripetitive come toc-e-dâi la zirudèla oppure tic e tac la zirudèla, spesso con accompagnamento musicale.La definizione di Gaspare Ungarelli a tal riguardo è piuttosto chiara:« Componimento particolare del dialetto bolognese, che un tempo si faceva esclusivamente per rallegrare le cerimonie nuziali presso le famiglie dei campagnoli; e, per quanto ne riferisce la tradizione, veniva recitato o cantato dai narcisi, che si accompagnavano colla ghironda, antico strumento musicale ancora in uso nel secolo decorso. Epperò dai diminutivi ghirondella o girondella è venuto il nome di un componimento che, come la ghironda, rigira sopra sé stesso, ripetendo alla fine di ogni strofa la prima parola. »Deriva dal termine "gironda". La ghironda (o gironda, in francese vielle à roue, in inglese hurdy gurdy) è uno strumento musicale a corde di origine medievale. Oggi è possibile ascoltare la ghironda in alcuni festival europei di musica folk, suonata spesso insieme a cornamuse, in particolare in Francia e in Ungheria.Sembra che la ghironda sia alla base dell'etimologia della parola zirudella, tipico componimento poetico umoristico in dialetto bolognese.

Domanda: Da dove deriva il modo di dire "MANDER ZO AL MAGOUN"...?Risposta:Al MAGOUN o in altri dialetti AL MAGUN,è lo stomaco dei polli o dei volatili in genere.Siccome e noto che molti dei dispiaceri sono somatizzati dallo stomaco  ecco allora che il MAGOUN assume un ruolo letterario di sacca per i dispiacerei,cioè quelli che volenti o nolenti dobbiamo "mandare giù".Questo termine deriva dal longobardo "magò" appunto stomaco ed è anche presente nella lingua tedesca ,che ha lasciato molte reminescenze nel dialetto emiliano,infatti stomaco in Germania si dice "magen".Una curiosità: "al magatt" in dialetto è il borsello (inteso some sacca/stomaco) e il termine "immagunères" sta per "commuoversi o dispiacersi".

 Domanda: Perchè "AL DUROUN" (il durone) si chiama così...?Risposta:Al "DUROUN" italianizzato "DURONE" si chiama così semplicemente perchè è la "cigliegia duracina".Le consistenze della polpa vanno lalla "tenerina" alla "duracina".Esistono poi diverse qualità di "durone di Vignola" come : il bigarò, l'anèla, al negher 1° e 2°, al marchigian, al curnalein, al ferovia,la morèta e ultimamente il samba.

 Domanda: Da dove deriva il termine "STRULGHER"...? (Pensare)Risposta:Strulgèr deriva dal termine latino "astrologus" che vuol dire "indovino" ovvero atteggiarsi come lui pensando guardando in alto...gli astri.Per aferesi diventa "Strulghèr" cioè pensare come fanno gli "a-STROLOGI".

 

Domanda: Perchè "PICCHIARE" in dialetto si dice "ONSER"...? (onzèr,unser,unsàr,ungere)Risposta:ONSER o ONZER o UNSER o UNSAR , UNGERE sta in dialetto per picchiare perquotere oppure corrompere o pagare immediatamente.Si dice così perchè deriva dal fatto che sta per EVITARE ATTRITI quindi nel caso delle botte, regolare il nostro prossimo e nel caso della corruzione evitare intralci e "passare primo nella fila"...

 

Domanda: Da dove deriva il modo di dire "Ciapèr al dù"...?Risposta:Ciapèr al dù,vuol dire in dialetto emiliano,mandare via,licenziare,intimare di andarsene, e deriva dal gioco delle carte (tarocchi) perchè chi prendeva la carta del "due" doveva uscire dal gioco.Il due è comunque un numero importante nella numerologia in quanto rappresenta forza,equilibrio e continuità.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "Giabanèin"...?Risposta:"Al Giabanèin" è un oggetto piccolo di poco valore che raggruppa migliaia di oggetti,in verità.Viene chiamato così a volte l'oggettino di cui non ne conosciamo il suo vero nome.Deriva dal termine turco "Gjabà" che era infatti un "omaggio" di poco valore e di piccole dimensioni in usato appunto dai mercanti tuchi al loro arrivo nel porto di Venezia per "aprirsi la piazza" ed ingraziarsi i probabili compratori delle loro mercanzie.Nel tempo in Veneto e nel basso lombardo "mangiare a giaba" è diventato un modo di indicare il "consumare il pasto e non pagare".Da "gjabà" quindi "gaibanèin" che in dialetto lo si usa per oggetti o per traslato per indicare i bambini.

 

Domanda: DA DOVE DERIVA IL TERMINE "PALTADORA"...?Risposta:La Paltadora era l'operaia della Manifattura Tabacchi di Modena.Si chiama così perchè il nome deriva da "appalto" perchè quel lavoro le era stato dato in appalto.Fu una figura formidabile nella socetà poichè si affermò come icona dell'emancipazione della donna.Lei,la paltadora,lavorando portava a casa il salario e poteva finalmente dire la sua in famiglia.Con il tempo il termine è stato accostato ad altre sfumature come ficcanaso,pettegola e malalingua poichè era noto che le paltadore durante l'orario di lavoro ,intanto che fabbricavano sigari e sigarette,tra di loro, facevano "gossip" su tutto e tutti.Il segnale di mezzogiorno a Modena si chiamava "al scifèl dla Pelta", e da paltadora/appalto il tabaccaio in dialetto venne chiamato "paltèin"...

SCUTMAI o SCUCCMAI
La sua natura è ancora oggi incerta. Una prima spiegazione lo fa derivare dal tedesco antico "Scottname" che sta per nomignolo dato ad una persona per scherzo o per sottolineare un difetto, infatti in lingua tedesca ancora oggi il termine "Schuld" significa "colpa". La seconda ipotesi arriva dal termine latino "scutum in mallo" ovvero lo scudo portato a vessillo. (tradotto volgarmente "la buccia del tuo scudo" ovvero il simbolo sul tuo scudo).

Domanda: CONOSCI LA VERA STORIA DELLA "SECCHIA RAPITA"...?Risposta:La secchia rapita è un poema in ottave di tipo “eroicomico”, scritto da Alessandro Tassoni.Una prima stesura è del 1614 ma venne pubblicato a Parigi solo nel 1621. Per superare i controlli e lecensure della Congregazione dell’Indice dei Libri Proibiti della Chiesa cattolica, Tassoni fece stampare nel 1624 una versione particolare per ilPapa. La versione definitiva fu stampata a Venezia nel 1630 .Il poema narra la storia del conflitto tra Bologna e Modena al tempo dell’imperatore Federico II e del suo alleato Ezzelino III da Romano. Tassoni utilizza riferimenti storici documentati invertendone liberamente l’ordine: il furto della secchia avvenne secoli dopo i conflitti tra le due città mentre nel testo del poema il furto diventa la causa della guerra.Lo scopo dichiarato dalpoeta fu quello del divertimento e non una elevazione né morale néreligiosa dei lettori.Il poeta trae ispirazione da un fatto realmente accaduto nel 1325, quando i Bolognesi, fatta irruzione nel territorio di Modena, furono respinti ed inseguiti fino alla loro città dai Modenesi, che, fermatisi presso un pozzo per dissetarsi, portarono via come trofeo di guerra una secchia di legno. Il Tassoni immagina che, al loro rifiuto di riconsegnare la secchia, i bolognesi dichiarino guerra ai modenesi. Alla guerra partecipano, distribuiti tra le due parti, gli dei dell'Olimpo. A favore dei modenesi combattono personaggi storici come re Enzo, figlio dell'imperatore Federico II, e personaggi immaginari, come la bella guerriera Renoppia.